I documenti dell’export
Le carte dell’export
La documentazione internazionale per operare con l’estero, sebbene sia fortemente standardizzata e ripetitiva, richiede sempre grande attenzione. Un errore commesso nella compilazione di un documento, anche se apparentemente insignificante, può causare insidiosi fraintendimenti come pure il ritardato o mancato pagamento della merce venduta.
Convenzionalmente i documenti dell’export si distinguono in:
Commerciali
- la Distinta dei colli o Packing List
Contrattuali
Doganali
- Il carnet ATA
- Il certificato di origine
Di pagamento internazionale
- La richiesta di emissione della Lettera di Credito
Assicurativi
- La polizza assicurativa
Di trasporto internazionale
- La Polizza di Carico Marittima o Bill of Lading – Anche “B/L”
- La Lettera di Vettura Aerea o Air Waybill – Anche “AWB”.
La Polizza di Carico è l’UNICO documento ad essere rappresentativo della merce. Questa caratteristica è molto importante, vedi approfondimento alla pagina La Polizza di Carico.
ATTENZIONE
Nel caso di pagamento con Lettera di Credito, tutti i documenti presentati alla banca per la negoziazione devono essere redatti nella stessa lingua della Lettera di Credito.
Se girata in bianco, la Polizza di Carico (o Bill of Lading) è l’unico documento di spedizione internazionale che ha per conseguenza che
chi detiene la Polizza di Carico ha diritto di esigere dal vettore la consegna della merce
Buongiorno, siamo editori e vorremmo partecipare con i nostri libri a fiere e congressi fuori dall’UE (Usa, Turchia, Emirati Arabi ecc). Per evitare di pagare meno dazi e spese doganali come effettuare l’esportazione? Preciso che la maggior parte dei libri potrebbero essere venduti durante la fiera e quindi non tornare.
Grazie
La procedura più semplice consiste nel richiedere l’emissione di un Carnet ATA. Si tratta di un documento doganale che viene utilizzato nelle fiere e nelle occasioni in cui i prodotti, di solito campioni, vengono presentati a scopo dimostrativo.
Pur essendo un documento doganale, deve essere richiesto alla Camera di Commercio territorialmente competente.
Richieda un Carnet Base o Standard a seconda del numero di viaggi che intende effettuare nell’arco di 24 mesi, periodo di validità del Carnet.
La merce esportata con il carnet può essere venduta in tutto o in parte a un compratore estero. In questo caso, la merce sarà assoggettata al pagamento dei diritti doganali d’importazione. Qualora i diritti doganali siano pagati prima di lasciare il paese estero la dogana straniera rilascia la bolletta attestante il pagamento dei diritti di importazione e provvede ad annotare gli estremi della stessa sul carnet.
Al rientro in Italia, per i prodotti venduti all’estero, sarà necessario procedere al perfezionamento dell’operazione doganale export. Le implicazioni doganali e fiscali di questa operazione sono piuttosto delicate.
Le suggerisco senz’altro di rivolgersi a uno spedizioniere doganale della sua zona prima ancora di procedere alla richiesta di emissione di un Carnet ATA.
Grazie mille per la gentile risposta.
Buongiorno,
vorrei chiederle se quando un’azienda italiana spedisce i propri prodotti ad una sua sede produttiva delocalizzata (ad esempio n Cina) oltre al DDT deve preparare tutti i documenti come se si trattasse di un’esportazione e se, il rientro dei prodotti implica un’importazione (dazi e IVA da versare).
La ringrazio come sempre per la sua disponibilità
Saluti
La questione è piuttosto delicata e articolata. Se la sede produttiva è una società giuridicamente indipendente dalla sua, lei deve effettuare una temporanea esportazione in conto lavorazione. Quando la merce rientrerà in Italia, sarà assoggettata a dazio, e quindi Iva, soltanto sul maggior valore che la lavorazione cinese avrà aggiunto alla merce (il cosiddetto perfezionamento passivo). Questo, naturalmente, in estrema sintesi. Il suo doganalista conosce bene questo tipo di operazione e procederà senza difficoltà né all’uscita della merce né al suo rientro.